sabato, ottobre 29, 2005

IL VENDITORE DI ALI


Era di nuovo lì. E questo il poeta davvero non riusciva a sopportarlo. Annaline lo spiava da dietro il petto di qualche passante. E questo il poeta riusciva perfettamente a sentirlo.
Credette che il vento si alzasse per fare il suo lavoro, al limite per far socchiudere qualche occhio di più, ma il mare fece cenno di “no” con la testa. E seguitò a respirare.
Un lungo bagnasciuga solcato da passi confusi esalò dalle pagine del taccuino. La storia aveva un vago sapore di vissuto. Il poeta si chiese se non avesse pescato per caso un’antica leggenda. Il cartello prima degli scogli aveva il capo piegato, come in una posa di rassegnazione. Il poeta tornò ai suoi sogni.
Dalla sabbia venne fuori Romeo, un venditore di ali con un braccio solo. Cercò di chiudere una transazione con un vecchio di colore dalle sopracciglia bianche, proprio mentre un’immagine di lei passava davanti agli occhi chiusi del poeta.
Annaline comparve con un vestito azzurro. I suoi occhi erano del colore del cielo alle sette di sera. Lo stesso che tingeva pigro la spiaggia del venditore di ali. Un bimbo che aveva dentro gli occhi una grembiulata di castagne sorrise a Romeo, dicendo che desiderava un’ala.
Annaline inspirò il sale nell’aria e disse che Ruth Arcana voleva compagnia per cena.
- Solo una? E perché mai?
- Perché non ho abbastanza soldi per pagarne due. Penso che per il mio peso una basterà.
Il poeta scoppiò a ridere e seguitò a tenere gli occhi chiusi.
Romeo scoppiò a ridere e sentì il profumo delle castagne.
- Castagne? - chiese Annaline in un sorriso.
- Castagne. - rispose il poeta mettendosi due dita sulle palpebre.
- Un’ala non basterebbe nemmeno a far volare una margherita. - il venditore sapeva quel che diceva. Mise una mano nel sacco.
- Ecco, prendi queste. - disse il poeta porgendo ad Annaline una manciata di conchiglie rosa.
- Ecco, prendi queste. - disse Romeo e tirò fuori due piccole ali, che gli palpitarono nel palmo della mano.
- Portale a Ruth Arcana. - il poeta sorrideva ancora - Dille di sgranocchiarle con l’aperitivo. - e il sorriso si trasformò in una risata.
- Quando potrai mi pagherai. - il bimbo con le castagne negli occhi prese le ali con le mani tremanti.
- Tutto qui? - chiese Annaline con una smorfia, sfregando fra loro le conchiglie.
- Le metto qui? - chiese con voce sottile il bambino, tentando di sistemare le ali tra le scapole.
- Verrò a cena solo a lavoro ultimato. - disse il poeta diventando improvvisamente serio e senza staccare la penna dal foglio.
- Come vuoi. - rispose Romeo alzando le spalle.
- Come vuoi. - rispose Annaline alzando le spalle.
- Allora le metto qui. - disse il bambino poggiandole sulla fronte.
- Perché proprio lì? - domandò Romeo sapendo già la risposta.
- Perché voglio che i miei occhi arrivino il più in alto possibile. - disse raggiante il bimbo mentre già si alzava in volo. - Grazie!
- Ma porta qualcosa da mangiare. - si raccomandò Annaline.
Romeo fece ciao con la mano, mentre gli occhi del bimbo già scintillavano al sole.
- Porterò delle castagne. – Il poeta aprì gli occhi e vide Annaline che si allontanava con un mazzo di vento tra le dita e lasciando sgretolare le conchiglie.
Fece ciao con la mano.
E Romeo si fermò qualche minuto ad ascoltare il tramonto.

1 Comments:

At 9:58 AM, Anonymous Anonimo said...

Beh ma che bello!!! Grrr che invidia per non averlo scritto io!!! :P

Ti abbracciavo ;)

 

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